Beretta: “Abbiamo degli stadi di merda.” (più o meno)

Non sono proprio queste le parole esatte di Maurizio Beretta, presidente della Lega Serie A, ma il succo è quello: gli stadi in Italia sono presi con le bombe. “La questione stadi è la vera carta di emergenza del sistema sportivo e calcistico italiano”

La legge che dovrebbe semplificare a livello fiscale e burocratico le procedure di costruzione di nuovi impianti e la ristrutturazione di quelli esistenti attende il via libera del Senato: “La legge è appena tornata faticosamente al Senato – ha rilevato Beretta -, mi augurerei di vederla approvata rapidamente e senza stravolgimenti”.

Ma…

1) finché non arriva in pochi si muoveranno per fare qualcosa;

2) quando arriverà siamo sicuri che si muoveranno in molti per fare qualcosa?

Basta avere uno stadio nuovo per avere uno stadio adeguato?

L’esempio principe degli stadi problematici è sempre lo stesso, l’Is Arenas di Quartu Sant’Elena, uno stadio di proprietà costruito ex novo. Purtroppo, però, è costruito male: tubi innocenti, capienza di 16.000 persone (contro le 20.000 chieste dalla norma) e misure di sicurezza che ancora non permettono, in quello che sostanzialmente è un cantiere aperto, di giocare le partite col pubblico sugli spalti.

Nella situazione di retroguardia che l’Italia vive a livello quasi mondiale, a preoccupare è il fatto che la mancanza di una legge agevolante sia un po’ una scusa per non investire. Vero che non tutti hanno la Exor dietro le spalle e non possiamo aspettarci una penisola piena di Juventus Stadium, ma il timore di ritrovarcela nuovamente piena di Is Arenas un po’ intimorisce… perché diciamocelo, quello stadio sembra il Penzo di Venezia, che è glorioso ma pensato e realizzato nel 1913, non propriamente uno stadio all’avanguardia.

La speranza è che almeno le grandi società si muovano per avere stadi di proprietà pensati per il calcio degli anni 2000; anche impianti storici e bellissimi come l’Olimpico e il Meazza ormai sono a un passo dall’obsolescenza, hanno bisogno di nuova linfa. Chi più spende meno spende, dice il detto; gli stadi europei lo dimostrano e lo dimostra anche il nuovo stadio di Torino, che ha praticamente permesso alla Juventus di risanare il passivo di bilancio grazie a settimane di “tutto esaurito”, iniziative, centri commerciali.

Basterà la legge a cambiare la mentalità italiana o continueremo ad avere stadi di merda?

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