Allegri come Gesù? Le parabole del tecnico toscano tra sacro e luci rosse

In verità, in verità vi dico, che non è come pensate.

Allegri non lascia nell’ovile le novantanove pecorelle per andare a cercare quella smarrita (la pecora nera).

Allegri Balotelli

Allegri non fa le feste per il figliol prodigo che ritorna con la cresta sparata.

AC Milan v FC Internazionale Milano - Serie A

Allegri non si ferma per strada a soccorrere il nemico da buon samaritano.

Allegri Conte

Niente di tutto questo.

Allegri conosce ben altre parabole. Ha la classica partenza ingolfata e imbarazzante in cui non gli si alzerebbe nemmeno azzerando la gravità, salvo poi continuare a razzo scatenandosi come un truzzo in discoteca, per finire purtroppo ben prima del tempo rilasciando tutto il proprio piacere con troppo anticipo rispetto alla fanciulla…

Una parabola del cazzo, proprio il caso di dirlo, che il buon tecnico toscano trasmette anche alle proprie squadre. Partenza orribile, ripresa poderosa e sprint finale senza energie.

A Cagliari ricordano ancora la stagione con un solo punto nelle prime 5 partite continuata con una rimonta da salvezza anticipata e il finale da incubo che portò all’esonero dello stesso Allegri.

Idem nelle tre stagioni al Milan: lo stesso anno dello scudetto la partenza non fu delle migliori. La scorsa stagione stesso andazzo: inizio in sordina, rimonta sulla Juve fino al +4, e finale da incubo da aprile in poi con 8 punti persi sulla rivale nelle ultime 7 giornate. Il resto è storia attuale: la partenza di questa stagione ha fatto tirar fuori statistiche vecchie di decenni per la sua bruttezza, poi la prodigiosa rimonta fino al terzo posto e, fatalità, nuovo calo preoccupante ad aprile, con la squadra che perde brillantezza e smalto.

Allegri segue più la parabola del pornostar imbranato. Come attenuante avrebbe quest’anno il fatto che la rosa non è all’altezza, ma, si sa, le dimensioni non contano, e per questo non potrà mai percorrere la nuova carriera di Stramaccioni.

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