Belinelli e la città ventosa: il fascino dei Bulls.

Vedere un italiano calcare lo stesso parquet di Micheal Jordan non è una cosa da poco. Soprattutto per chi è cresciuto idolatrando il più forte giocatore di tutti i tempi. Per chi ricorda i suoi canestri decisivi e la sua innata intelligenza cestistica (chiedete a Steve Kerr per esempio). Persino per chi non ama il basket ma ha visto, con grande goduria personale, Space Jam.

Indossare la canotta n°8 dei Bulls non sarà tanto facile per Marco Belinelli che, dopo la sua migliore stagione Nba a New Orleans, ha deciso di fare un avanzamento di carriera e provare a lottare per qualcosa di veramente importante. Rinunciando anche a qualche soldino ma con la convinzione di avere qualche chance in più di allungare la stagione.

Le difficoltà che Marco dovrà affrontare non sono poche. Innanzitutto la partenza dalla panchina, elemento che nelle ultime stagioni era stato fortemente limitato. Belinelli dovrà lottare per conquistarsi un minutaggio importante in un sistema certamente particolare. In secondo luogo la difesa, vero mantra di coach Thibodeau, motivo principale delle fortune dei torelli in questi ultimi anni e tallone d’Achille del giocatore italiano. Infine la continuità al tiro, motivo principale dello sbarco nella città ventosa e principale voce nel curriculum del giocatore originario di San Giovanni in Persiceto.

Belinelli è stato scelto principalmente per sostituire Kyle Korver, grande tiratore e pedina fondamentale negli schemi offensivi di Thibodeau, soprattutto nell’allargare il campo e costringere le difese avversarie ad abbandonare la strenua e continua difesa dell’anello. Marco dovrà continuare su questa strada avendo la possibilità di portare, oltre alla percentuale di tiro, anche una maggiore visione di gioco e un pick’n’ roll di maggiore efficacia.

Non sarà facile imporsi in una città che mastica pallacanestro e che esige il massimo dai propri idoli ma Belinelli ha tutte le carte in regole per portare a casa una stagione con i fiocchi e togliersi quelle soddisfazioni che Toronto, Golden State e New Orleans non potevano regalargli.

Non resta che augurare buona fortuna ad uno dei nostri portabandiera al di là dell’oceano, prima della stagione che potrebbe davvero cambiargli la carriera. Good Luck!

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