E a Zeman gli fanno lo sberleffo: quattro, zitti e a casa.

A fare il commento alla partita ci ha pensato il buon Matt nell’articolo qui sotto, mi permetto solo di aggiungere qualche piccola considerazione su Juve-Roma e su quello che questa partita ci suggerisce.

 

Partiamo dalle cose semplici, basilari, ovvie: la Roma ha una difesa dimmerda. Ma dimmerda, ma tanto dimmerda che in confronto il più pippone del Vanuatu sembra Baresi. Ogni volta che la Juve decide di affondare, trova di fronte una scatoletta di tonno Rio Mare, quello così morbido che si taglia con un grissino.

Corollario: il fatto che Taddei giochi ancora in una squadra di serie A è uno scandalo per il calcio italiano. Inguardabile il terzino giallorosso e non solo perché è brutto (con quel taglio sembra il cuginobrutto e nerd di He-Man).

Seconda considerazione: Bonucci se non fa la sua cagata della partita si sente proprio male. Volendo metterla sotto un altro punto di vista, potremmo chiamarlo Leo il Solidale, oppure Leo Cuoredoro: il rigore alla Roma è un regalo tutto suo. Probabilmente si sentiva in colpa a vincere una partita così semplice senza prendere neanche un golletto, senza lasciare nemmeno un barlume di speranza all’avversario. Sarebbe stato crudele.

Terza considerazione: la Roma ha giocato solo quando la Juve ha deciso di rifiatare. Se ne deducono alcuni corollari: che la Juve è forte, che la Juve non può permettersi di rifiatare troppo sennò a Bonucci gli prende un attacco di generosità ossessivo-compulsiva, la Roma se alza i ritmi può far male coi suoi giovincelli terribili (Florenzi e Destro su tutti), la Roma se non alza i ritmi gioca veramente da cani e appena perde palla in un istante ce l’ha nel culo.

Quarta considerazione: Zeman deve ringraziare i suoi santi in paradiso se il primo tempo non è finito 5-0; corollario a questa considerazione, Vucinic deve bestemmiare i santi in paradiso di Zeman e qualche avo di Steklenburg se non ha fatto tripletta (il portierone olandese ha praticamente parato solo i tiri del montenegrino).

Quinta considerazione, riallacciabile alla prima: Stekelenburg è una sega.

Sesta considerazione: Pirlo probabilmente sta ancora pensando se gli è proprio successo di aver giocato così facile nel primo tempo, quando in mezzo al campo trovava praterie sconfinate come le pampas in cui poteva passeggiare felice e spensierato come un bisonte nell’erba alta.

Settima e ultima considerazione: quattro pere, tutto considerato, sono state quasi poche. Nel secondo tempo la Roma ha provato a creare, ma quel poco che ha fatto è stato gentile dono della Juve che già pensava allo Shaktar; e mentre già quasi speravano nella rimonta impossibile, ci ha pensato Giovinco a fare lo sberleffo a Zeman.

“Quattro, zitti e a casa”, disse il saggio a suo tempo, ma a situazioni invertite…

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