Gasperini novello Balotelli: “Perché sempre io?”

Vi ricordate la maglietta esposta da Mario Balotelli quando giocava tra le file del Manchester City “Why always me?”. Nei prossimi giorni potremmo leggere una scritta analoga sulla giacca di Gian Piero Gasperini, diventato capro espiatorio per ogni presidente che voglia giustificare una stagione andata a male.

Intendiamoci. Non è che l’allenatore piemontese non ci abbai messo del suo ma che oggi venga additato come colpevole unico dei fallimenti di Inter e Palermo sembra un tantinello esagerato. Moratti lo aveva definito come “la rovina dell’Inter” addossandogli tutti i problemi di una stagione negativa, dimenticandosi di aver fatto un mercato con zucchine marce e pomodori rinsecchiti.

Ora anche Zamparini ha parlato di un allenatore arrivato a Palermo senza credere nella salvezza e reo di aver trasmesso questo messaggio ai giocatori. Una sorta di triste, depresso e represso uomo di calcio. Anche qui ci sono dei buchi di sceneggiatura evidenti e uno scaricamento di responsabilità scandaloso che non sottolinea per nulla la gestione societaria terribile da parte dell’imprenditore friulano.

Mi aspetto ora che la RAI denunci il fatto che, la qualità dei commenti tecnici durante le partite trasmesse in chiaro, si sia abbassato l’anno scorso per la presenza del buon Gian Piero. Non mi stupirebbe affatto.

Gasperini è diventato lo zimbello del mondo calcistico italiano. Ci dispiace vederlo come parafulmine di presidenti furbetti e giornalisti avvoltoi. Gli ultimi tre anni sono stati abbastanza deludenti per l’allenatore dalla voce stridula ma diamogli almeno le attenuanti del caso: datori di lavoro pazzi e colleghi da strozzare.

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