Il Milan smobilita: via Pato e Robinho.

Brutta malattia, la suadage: colpisce i giocatori brasiliani e li fa giocare di merda. Oppure colpisce i giocatori brasiliani quando iniziano a giocare di merda. Talvolta colpisce i giocatori brasiliani anche quando non giocano (o forse perché non giocano).

In qualcuno di questi casi rientrano le situazioni di due calciatori del Milan: Pato e Robinho.

Il primo sarà quasi certamente ufficializzato il 3 gennaio dal Corinthias, che lo paga ai rossoneri 15 milioni di euro, ovvero circa 20 milioni in meno di quanto l’avrebbe pagato il PSG di Ancelotti circa un anno fa. Ma un anno fa Pato non soffriva di saudage e, soprattutto, stava ancora con la figlia del capo; oggi invece la situazione è cambiata, l’unica costante è che Pato è sempre fermo in infermeria. Qualcuno era stato lungimirante lo scorso gennaio: per 35 milioni, Pato lo si doveva portare a Parigi in braccio.

Meno problematica, da certi punti di vista, la situazione di Robinho, che ha sempre giocato e ha sempre giocato ben… ehm, quasi bene. Diciamo che ha alternato partite da fenomeno ad altre da mezza calzetta, gol spettacolosi e impossibili a errori sotto porta che Janker quand’era all’Udinese sembrava più bravo. Giocatore forse troppo lunatico per essere davvero decisivo come ha detto Allegri e allora, se arrivano 25 milioni dal Santos…

Ma dalla vendita dei due, chi ci guadagna?

Pato e Robinho sicuramente, che tornano dove volevano tornare: a casa.

Anche i tifosi milanisti, che mandano Pato e Robinho dove volevano mandarli: a casa.

E forse anche il Milan, che perde un pezzo del suo parco attaccanti (Pato onestamente non possiamo contarlo) e si trova in mano un po’ di cash per sostituirlo come si deve con qualcuno utile per avanzare in campionato e in Champions League. Sarò Drogba? Ipotesi suggestiva; certo bisogna vedere se ai rossoneri serve qualcosa per il presente stretto (strettissimo) o se è il caso di pensare in prospettiva.

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