La vicenda Icardi è una buffonata

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Mauro Icardi fa un passo indietro.

La querelle tra il numero nove e i tifosi dell’Inter sembra giunta a conclusione. Almeno per ora. Dopo una riunione convocata d’urgenza dalla società, l’attaccante argentino verrà multato per le frasi scritte nella sua autobiografia; manterrà la fascia di capitano – che gli ultras della curva nord volevano togliergli -, ma dovrà eliminare le parti incriminate dalle prossime ristampe del libro.

Scelte discutibili, a nostro avviso. Tentiamo però di ricostruire tutta la vicenda.

Icardi: il libro, le frasi, il grande incubo.

Punto 1: Icardi scrive un libro. E già qui scopriamo che è in grado di scrivere; o, più presumibilmente, ha abbastanza soldi per pagare un ghost writer. Ma non è questo il punto. Icardi scrive un’autobiogrfia. E che cazzo d’interessante abbia da dire un calciatore di 23 anni, uno se lo chiede. L’autobiografia di Nikola Tesla – che era un genio – è lunga 70 pagine scarse; Sempre avanti, quella di Icardi, 153. Vabbè, ma non è questo il punto.

Il punto è in questo benedetto libro Maurito scrive alcuni passaggi che non sono graditi ad alcuni tifosi nerazzurri. Questi:

A ripresa iniziata, Mancini mi fa entrare e alla fine del secondo tempo, all’83°minuto faccio goal. Metto a segno l’unico nostro goal della partita, che finisce 3-1 in favore dei padroni di casa. Sono molto  amareggiato, anzi incazzato, perché ho giocato pochissimo.

I tifosi iniziano a urlare: ci chiamano sotto la curva. Trovo il coraggio di affrontarli, insieme a Guarin. Mentre mi avvicino mi arrivano insulti e grida di ogni genere. Attaccato alla rete c’è un bambino che mi chiama: vuole la mia maglia. Per l’età che ha potrebbe essere mio figlio: mi tolgo la maglietta e i pantaloncini e glieli lancio, come regalo. È al settimo cielo e io sono contento di averlo visto felice.

Un capo ultrà gli vola addosso, gli strappa la maglia dalle mani e me la rilancia indietro con disprezzo. In quell’istante non ci ho più visto, lo avrei picchiato per il gesto da bastardo appena compiuto. E allora inizio a insultarlo pesantemente: “Pezzo di merda, fai il gradasso e il prepotente con un bambino per farti vedere da tutta la curva? Credi di essere forte?”. Detto questo gli ho tirato la maglia in faccia. In quel momento è scoppiato il finimondo.

Nessuno prima di me aveva mai trovato il coraggio di affrontare in modo così diretto la tifoseria, anzi i capi storici della tifoseria. Nello spogliatoio vengo acclamato come idolo.

Apriti cielo!

I capi ultrà protestano vivamente sui social sui loro sito – con comunicati ufficiali – contro il giocatore: vogliono che gli venga tolta la fascia di capitano; che non giochi; che chieda scusa a loro e all’Inter. Ma siamo proprio sicuri che sia Icardi quello che deve chiedere scusa? A leggere le frasi del suo libro, parrebbe proprio di no.

I provvedimenti dell’Inter

Il rigore sbagliato da Icardi contro il Cagliari. [fonte: corriere.it]
Il rigore sbagliato da Icardi contro il Cagliari. [fonte: corriere.it]
È la vigilia di Inter-Cagliari, e la società non è per niente contenta di questo clima. Tutto tace fino al dopo-partita. Partita che l’Inter perde e in cui Icardi – scherzi del destino – sbaglia un rigore. Errore che si rivelerà decisivo e che la curva accoglie con risa e applausi. Ma come? Non c’era l’Inter prima di tutto? Apparentemente no: alcuni gruppi organizzati di tifosi preferiscono che la squadra perda piuttosto che segni un ragazzo che ha semplicemente raccontato come uno di loro fosse fondamentalmente uno stronzo. Ma se quello era stronzo, mica è colpa nostra.

Dopo la sconfitta, Zanetti – vicepresidente dell’Inter – è severo: “Saranno presi provvedimenti. I tifosi vanno rispettati”.

Nel nostro piccolo, crediamo che vadano rispettati prima di ogni altro i tifosi che vogliono il bene della squadra; prima di quelli che esultano agli errori di qualcuno che sta loro antipatico. Crediamo che vadano prima di ogni altro rispettati i bambini e i ragazzini, che sono il bello del calcio, perché lo vivono che passione genuina e sana; prima di quelli che lo stadio è una scusa per far casino, e preferiscono urlare contro qualcuno piuttosto che per qualcuno. Crediamo che vadano rispettati prima di ogni altro i tifosi che vanno allo stadio per vedere la partita e basta. Quelli che, infatti, si sono schierati dalla parte di Icardi:

Noi tifosi interisti e uomini di buon senso – si legge – ripudiamo le aberranti gesta della curva nord ai danni del calciatore Icardi Mauro, dal comunicato mattutino ai disordini serali. Riteniamo che sia inaccettabile attaccare con quei toni un tesserato, nonché nostro giocatore simbolo e capitano, semplicemente perché ha riportato la sua versione degli avvenimenti di Reggio Emilia, versione tra l’altro confermata da testimoni oculari e da registrazioni televisive.

Il testo è redatto da Vincenzo Vescera, tifoso, che ha lanciato una petizione per supportare il bomber di Rosario.

Invece la società Inter, con una paraculata da far rabbrividire, decide di riprendere Icardi, multarlo, costringerlo a correggere il tiro scusandosi pubblicamente, e – voci ovviamente non confermate – di rischiare di perderlo a gennaio. Perché il giocatore si deve scusare di aver raccontato un fatto di dominio pubblico? Perché mai la società dovrebbe tutelare una parte della tifoseria e non un suo tesserato (che peraltro ha ragione)? Questo è un vero mistero.

L’Inter gestisce la questione con un intervento-pagliacciata e, a nostro avviso, non ci fa una bella figura. Cara Suning, bisogna aggiustare il tiro.