L’orda d’oro. Abraham, Mount, James: i ragazzi di Frankie Jr. (V Parte)

In nomem omen. Ovvero, il nome è un presagio, quindi, se ti chiami Frank Lampard Junior non puoi non puntare sui giovani.

I tre giocatori in questione Tammy Abraham, Mason Mount e Reece James sono rispettivamente attaccante, centrocampista e difensore del Chelsea di Franke Jr. Tutti e tre cresciuti nel vivaio dei Blues e tornati a Stamford Bridge in questa stagione grazie, paradossalmente, al blocco del mercato nel quale il Chelsea è incorso dopo aver aver violato in numerose occasioni le regole sul tesseramento di giocatori Under 18.

Iniziamo in ordine gerarchico con Tammy Abraham. Tammy nasce a Londra il 2 ottobre 1997 e dopo il breve esordio con i Blues, a 19 anni nella partita del 16 maggio 2016 contro il Liverpool, viene mandato a farsi le ossa nella Championship. Terry viene girato in prestito al Bristol e prima che il girone di andata sia finito ha già stabilito il suo primo record.

Nella partita casalinga contro lo Sheffield Wednesday del 31 gennaio 2017, infatti, mette a segno la sua sedicesima rete stagionale in campionato, diventando così il più giovane marcatore di Championship ad arrivare a questa cifra prima dei 20 anni, stabilendo un nuovo record che in precedenza apparteneva all’ex giocatore del Fulham Moussa Dembélé, che nella stagione 2015-2016 realizzò 15 reti prima di raggiungere il compimento del ventesimo anno di età.(fonte Wikipedia). Tra tutti i gol fatti da Tammy, e ne farà parecchi, forse quello fu il più casuale – una deviazione su un tiro di un compagno – fatto sta che risultò fondamentale.

La copertina di Paul, Mick e gli altri (The Navigators, Kean Loach, 2001)

Tengo a precisare che questo primo record, Tammy, non lo ottiene contro una squadra qualsiasi bensì contro quello Sheffield per cui tifano i protagonisti del film di Kean Loach The Navigators (tradotto in italiano come Paul, Mick e gli altri, 2001). In particolare è la squadra tifata da Thomas Craig (il Mick del film di Loach) che deve il suo nome di attore al centrocampista dello Sheffield Tommy Craig che giocò con gli Owls dal 1968 al 1974 segnando 38 goal in 214 presenze. Come i protagonisti dei film di Loach, che sembrano sempre affogare nel gorgo di una working class di provincia ormai estinta ma che nel calcio trovano il loro momento di ribalta, la prima stagione di Tammy al Bristol sembra quella di un giovane operaio che non si vuole arrendere all’ineluttabilità del mondo globalizzato e che, attraverso la sua passione, riesce a risalire la china. Del resto a fine stagione per Tammy saranno numeri da record: 41 presenze e 23 goal. E in questi goal il metro e novantadue c’entra poco dal momento che sembra vedere il migliore Pippo Inzaghi sempre pronto a trasformare in gol ogni palla vagante nei 16 metri. 

La stagione successiva Tammy si guadagna la Premier ma non ancora con il Chelsea, con il quale ha rinnovato comunque per altri 5 anni, bensì con lo Swansea. La prima stagione tra i “grandi” però è difficile e con il club gallese Tammy realizzerà “solo” 8 goal tra coppa e campionato. I Blues decidono che non è ancora arrivato il tempo di far ritornare il ragazzo a casa e così lo girano di nuovo in provincia e mai scelta si rivelò più saggia. Nella stagione 2018-2019 Tammy passa all’Aston Villa di Jack Grealish e ritorna subito a fare quello che gli riesce meglio, ovvero goal a ripetizione. Alla fine della stagione saranno 37 presenze in campionato e 25 reti più le 3 presenze e 1 goal nei play-off che riporteranno i Villains in Premier in quella che può essere considerata la finale più sliding doors di sempre. Il pomeriggio del 17 maggio, sulle rispettive panchine di Aston Villa e Derby County infatti sedevano John Terry da un parte e Frank Lampard dall’altra, gli ex compagni che conquistarono la champions con i Blues nel 2012. In campo, invece, da un parte Tammy e dall’altra Mason Mount, futuri compagni.

Tammy Abraham e Jack Grealish insieme all’Aston Villa.Fonte Twitter

In questa estetica alla Kean Loach le squadre contro cui Tammy stabilisce i suoi record non sono casuali. La prima è il Nottingham Forrest – la squadre che il mago bisbetico Brian Clough portò alla vittoria di due finali Champions di fila 1979 e 1980 oltre al titolo e coppe nazionali  – contro la quale il 28 novembre 2018 realizza un poker. In quella quaterna c’è tutto il suo repertorio: colpo di testa, freddezza glaciale dal dischetto e rimpallo alla Pippo Inzaghi sulla linea di porta nella parti basse. Per la cronaca la partita finirà 5-5. Il secondo record, Tammy, lo stabilisce contro lo Sheffield, questa volta United – presente anch’esso per par condicio in Paul, Mick e gli altri – quando, in occasione del pareggio per 3-3 raggiunge quota 20 reti in stagione, diventando il primo calciatore dei Villains a raggiungere tale traguardo dai tempi di Peter Withe (che li ha segnati nella stagione 1980-1981, la stagione dello “scudetto”). 

 Adesso il Chelsea è pronto a riabbracciare il suo Tammy “Loach” Abraham esploso definitivamente nella provincia inglese. Tammy non perde tempo e, dopo essersi ripreso dallo shock di aver sbagliato il rigore decisivo nella finale di Supercoppa contro il Liverpool,  alla sua terza partita da titolare contro il Norwich segna una doppietta. Anche questa è una partita particolare in quanto nel 3-2 finale per i Blues va a segno anche Mason Mount e, per il Norwich, Todd Cantwell. È come se il Dio del pallone avesse lasciato la regia proprio a Kean Loach in una trama dove la gioventù operaia si prende finalmente le luci della ribalta 

Come detto a quella partita da Sundance Film Festival prende parte anche Mason Mount ragazzo classe 1999 e normale continuazione, nonché evoluzione, del ruolo del numero 8 tracciato proprio da Lampard. Il rapporto con Frank Jr del resto è il più classico dei rapporti padre e figlio dal momento che Mason esplode nel Derby County 2018/2019 allenato proprio dall’ex gloria del Chelsea. È quasi vano sottolineare che Brain Clough allenò anche il Derby portandolo al titolo nella stagione 1971/1972 .

Tammy Abraham e Mason Mount entrambi in goal nella partita contro il Norwich. Fonte Besoccer.com

Prima del Derby, però, Mason, che aveva seguito tutto il percorso giovanile nel Chelsea, fa una tappa in Olanda al Vitesse. Lì, lontano dalle pressioni, realizza 8 goal e 9 assist in 34 partite disputando anche tutte le partite del girone di Europa League. La capacità d’inserimento, la lettura del gioco e ovviamente il piede caldo sui calci piazzati, lo riportano in Inghilterra dopo solo un anno. Il Derby lo accoglie come meglio non si potrebbe fare, dandogli la maglia numero 8 e lui ripaga subito la fiducia con un goal dai venti metri nella rimonta contro il Reading alla prima giornata (2-1 risultato finale). Il suo goal più importante, però, lo segna in un scontro dal sapore storicamente epico. La semifinale di ritorno dei play off contro il Leeds. Epico perché Brain Clough dopo aver lasciato il Derby nel 1973- con una breve parentesi al Brighton – andò nel 1974 ad allenare proprio il Leeds. Quella esperienza, raccontata anche nel film Il Maledetto United, durò solo 44 giorni in cui Brian riuscì a mettersi contro tutta la squadra convinto che i successi fin a quel momento raggiunti non fossero meritati in senso estetico e che era arrivato il momento di avviare una rivoluzione. Cosa che puntualmente non avvenne.

Mason Mount al Derby County. Fonte Spaziocalcio.it

Il 15 maggio 2019 il Derby scese in campo all’Elland Road per ribaltare l’1-0 dell’andata. La partita si mise subito male dal momento che al 24esimo Stuart Dallas segnò l’1-0 Leeds. Il Derby però rimase in partita e non perse la testa – alla fine saranno 11 gli ammoniti tra le due squadre con un’espulsione a testa – ribaltando il risultato in un minuto tra il 45esimo e il 46esimo. E chi poteva segnare il 2-1 se non il nostro Mason? Palla nello spazio e dribbling secco sul difensore, poi, quando la sfera sembrava essere ormai persa e l’equilibrio precario, Mason si inventa un pallonetto in caduta semplicemente fantastico. La partita finirà 4-2 per il Derby e seppur Frankie Jr e Mason perderanno la finale con i Villains di Tammy conquisteranno insieme la Premier l’anno successivo con il Chelsea.

E poi arriva Reece James che alla sua prima stagione (in prestito) al Wigan segna rispettivamente al Leeds, al Bristol e al Norwich, ovvero, tutte le squadre fin qui citate in questo percorso dei destini incrociati. Reece nasce a Londra l’8 dicembre 1999 e così come i suoi compagni compie tutto il percorso delle giovanili Blues. Nel luglio 2018 passa in Championship in prestito al Wigan una di quelle squadre che incarnano alla perfezione la magia della FA Cup. La compagine del Wigan, città appartenente al distretto della Greater Manchester, si guadagnò la sua prima promozione in Premier League nel 2003. Nel 2013 batterono in finale di FA Cup, in una sorta di derby, il Manchester City di Roberto Mancini. Un colpo di testa del centrocampista Ben Johnson su calcio d’angolo al minuto 81 regalò ai Latics un successo inaspettato. 

Reece James al Wigan. Fonte WiganToday.net

Reece James si trovò a fare il suo esordio con la maglia del Wigan guarda caso, anche se in questa storia sembra non esistere, nella partita interna contro lo Sheffield Wednesday e quel ragazzo che inizialmente era stato preso per giocare con l’U23 (le squadra Primavera) diventa titolare inamovibile. 

James è un terzino destro atipico sia per la stazza, 1,83 per 83 chili, che per la visione di gioco e capacità d’impostazione. Infatti Reece è stato impiegato più volte sia come centrale difensivo che come centrocampista centrale. Ha un’ottima progressione e resistenza e le doti di impostazione sicuramente nel corso della sua carriera lo porteranno a cambiare ruolo. Come detto Reece segna contro le tre squadre del destino e il primo goal, realizzato contro il Leeds, arriva addirittura su punizione. Il secondo, contro il Bristol, invece si materializza dopo aver protetto “brutalmente”palla a centro campo, aver condotto una progressione in stile cavallo pazzo – nel senso del grande Mario Appignani invasore di campo romanista degli anni ’90 –  e quindi aver tirato una sassata da venticinque metri sotto la traversa. Il terzo goal è molto più “soft”, contro il Norwich su calcio di rigore. Alla fine della stagione, Reece giocherà l’ultima partita con i Latics con la fascia da capitano al braccio, saranno 45 partite 3 goal e 3 assist. 

E cosi anche Reece è pronto a tornare a Stamford Bridge. Non prontissimo dal momento che un infortunio alla caviglia lo tiene fermo fino a metà settembre. L’esordio viene così posticipato al 25 settembre in Coppa di Lega contro il Grimbsy Town (League Two) ed è, ovviamente, un esordio da ricordare. Nella goleada finale (7-1) Reece sarà protagonista prima con un assist e poi con un goal. Assist da rivedere per cogliere la bellezza di quell’interno destro che si recapita direttamente sul piede di Zouma. Stesso discorso per il goal. Calcio d’angolo Chelsea respinto con mille affanni dall’ormai martoriata difesa del Grimbsy, palla che arriva poco fuori della lunetta dell’area di rigore con Reece che l’aggancia di destro e in una frazione di secondo fa partire un tiro a giro, sempre di destro, nell’angolino basso. 

In campionato poi arrivano, con le prime presenze da titolare anche, i primi assist, tutti e due – senza che questo ci stupisca – per la testa di Tammy Abraham.

Reece James in goal contro l’Ajax. Fonte 90min.com

Ma la vera notte magica Reece la vive il 5 novembre 2019. Champions League, fase a gironi, Chelsea-Ajax.  A fine primo tempo la squadra di Frankie Jr va al riposo sotto 3-1. Quarantacinque minuti in cui tutto ciò che poteva andare storto è andato, per l’appunto, storto con i Blues che per due volte si fanno autogol. L’1-0 è frutto di una svirgolata di Tammy Abraham in area di rigore e il 3-1 è un tragicomico autogol del portiere Kepa che, dopo il palo su punizione (quasi calcio d’angolo) di Ziyech, vede la palla infrangersi sulla sua faccia. Il replay è impietoso e per un attimo sembra di rivedere lo sketch di Scott Sterling bersagliato in faccia da rigori surreali. Tra i due autogol, il pareggio momentaneo su rigore di Jorginho e il goal del 2-1 di Quincy Promes. Nel secondo tempo Frankie Jr decide di mettere mano alla formazione. Fuori Marcos Alonso e dentro James. L’inizio sembra essere incoraggiante, Reece difende subito con personalità e si propone al cross e alla sgroppata in diverse occasione. Nei primi 10 minuti il Chelsea è arrembante ma l’imprecisione e la fretta di Tammy Abraham e Zouma vanificano due buone occasione. Poi al minuto 54, per la legge del calcio, o per la dura legge del goal di Max Pezzali, arriva il 4-1 firmato van de Beek. Stamford Bridge è ammutolito. Frankie Jr, allora, come un novello Abramo decide che è arrivato il momento di sacrificare suo figlio. Fuori Mason Mount al 60esimo e dentro Callum Hudson-Odoi. Passano tre minuti e Pulisic mette dentro l’area un tiro cross sul quale Abraham si avventa come il Pippo Inzaghi della finale di Atene 2007. La palla sta superando lentamente il portiere olandese Onana, ma per sicurezza il capitano Blues César Azpilicueta decide di ribadire in rete allungandosi in scivolata. 4-2. La partita diventa elettrica e nel giro di 1 minuto l’Ajax resta in nove uomini nella stessa azione. Episodio controverso gestito in maniera per lo meno particolare dal nostro arbitro Rocchi ma, ai fini di questa narrazione, estremamente decisivo. Al minuto 68 Blind contrasta Pulisic nella trequarti Ajax, la palla schizza in avanti e Abraham ci si avventa. Blind a quel punto è in equilibrio precario e si lancia in scivolata falciando platealmente Tammy. Dopo questo ennesimo rimpallo, tutto avviene in maniera molto rapida e Rocchi lascia giocare, la palla arriva a Callum Hudson-Odoi che calcia da appena dentro l’area a botta sicura trovando sulla sua strada la mano di Veltaman. Mano, rosso (per somma di ammonizioni) e calcio di rigore. Stesso destino per Blind in una sorta di retroattività del vantaggio dato. Sul dischetto si presenta nuovamente Jorginho e fa 4-3. Ovviamente adesso è tutta un’altra partita. Minuto 73. Calcio d’angolo Chelsea. Batte William forte e teso. Zouma stacca imperioso di testa e colpisce in pieno la traversa. La palla carambola verso l’altezza del dischetto ed ecco arrivare Reece – che intelligentemente si era staccato dal blocco della mischia in mezzo all’area- piazzare un destro incrociato nell’angolino. 4-4. Il ragazzo di Londra corre sotto la curva . Ci sarebbe in realtà ancora il tempo del goal del 5-4 annullato ad Azpilicueta ma questo avrebbe tolto l’onore del man of the match al nostro Reece.

(in copertina un giovane Frankie Jr ai tempi del West Ham. Fonte Football.London)