Usain Bolt si è ritirato. Nonostante il terzo posto nella sua ultima gara mondiale, a Londra, qualche giorno fa. Eppure noi non siamo convinti che quella possa essere, davvero, la sua ultima apparizione nel mondo dell’atletica. E abbiamo provato a immaginare alcuni motivi per cui vedremo il corridore giamaicano alle prossime Olimpiadi, nel 2020, in Giappone:
- Entro due anni i 100 metri saranno corsi da “atleti senza pilota”. Correrà un avatar, comandato a distanza da un telecomando, ripreso da un drone e gestito via chatbot da un team fatto di umanoidi usciti da WestWorld.
- Se gli avatar non saranno ancora pronti, si correrà usando un visore per la realtà virtuale. Insomma, nessun allenamento o fatica. Vuoi mettere che pacchia?
- Bolt ama le uscite teatrali e le telecamere. Impossibile resistere alla possibilità di imitare Michael Jordan e avere di nuovo i riflettori su di sé.
- “Nonno, ci racconti della tua ultima gara?” Dire un giorno ai nipoti di essere stato battuto da Gatlin. No, dai. Usain si accorgerà presto di questa “possibilità” e si infilerà, di nuovo, gli scarpini.
- “Tu sei quello che ha dato il nome al cane del film?”. Questo è il rischio di essere ricordati per qualcosa che non sia una sconfitta. Nessuno ama le sconfitte.
- Lontano dai riflettori si annoierà.
- Lo convinceranno gli sponsor. Altro che Neymar
- Tornerà per fare “Lancio del Peso”. DI solito, in pensione, si tende a ingrassare.
- Intraprenderà il ruolo di starter. Sparando in testa ai giovani rivali che potrebbero sfilargli il record del mondo.
- Farà l’intervistatore per Eurosport. Facendo domande a se stesso e rispondendo a tono.
L’ultima gara di Bolt
Insomma, le possibilità ci sono. Noi puntiamo sull’orgoglio e sulle infinite possibilità che si apriranno nei prossimi anni. Coraggio Usain, ti aspettiamo a Tokyo. Da umano o robot, scegli tu.