Il dott. Bepi e l’italiano: il congiuntivo.

Ecco dunque l’articoletto dedicato al congiuntivo: l’incubo di tutti i parlanti (specialmente calciatori), il pallino di tutti gl’insegnanti, la crociata di tutti i grammatici. Non potevano certo noi esimerci da un bel compendio che ne descriva obblighi e opportnunità d’uso.

amore congiuntivo

Partiamo dalle cose basilari: il congiuntivo è il modo verbale dell’incertezza, del dubbio, del desiderio, dell’ipotesi etc.
Si usa sia in proposizioni indipendenti, sia (e soprattutto), in proposizioni subordinate.

Si usa nelle proposizioni indipendenti nei seguenti casi:

1) con valore ottativo (di desiderio): “se tu fossi qui!”, “possiate vivere felici per sempre” etc.

2) con valore dubitativo: “che abbia sbagliato qualcosa?” etc.

3) con valore esortativo: “faccia pure”, “venga avanti”, “abbiate pazienza” etc.

4) con valore concessivo: “sia stato lui o meno, mi sta sempre simpatico” etc.

Si usa, OBBLIGATORIAMENTE, nelle seguenti proposizioni subordinate:

1) Finali: “devo darmi da fare affinché sia tutto pronto” etc.

2) Esclusive: “ha fatto tutto senza che nessuno lo sapesse” etc.

Il suo uso si alterna, ma non arbitrariamente! (se non in pochissimi casi), a quello dell’indicativo nelle seguenti proposizioni subordinate:

1) Soggettive: “mi sembra che abbiate sbagliato” (ma “è meglio che rimandiamo l’incontro” o “è meglio rimandare l’incontro”)

2) Oggettive: “sono certo che sei stato te” (ma, “credo non sia stato lui”)

3) dichiarative: “su una cosa siamo d’accordo: che abbia sbagliato” (ma “non ammetto una cosa: che ti comporti così!”)

4) interrogative indirette: “mi chiedo quanti anni abbia” (ma “dimmi se ho torto”)

5) causali: “non li frequento, non perché siano antipatici, ma perché abitano lontano”

6) consecutive: “ho vestito il bimbo in modo che non abbia freddo” (ma “è così stronzo che non lo posso vedere”)

[In questi casi il criterio regolatore è sostanzialmente semantico: il congiuntivo si usa in caso d’enunciazione di un qualcosa di probabile o presunto. Ma può essere anche formale: nello scritto non informale, ad esempio, è sempre preferibile il congiuntivo.]

7) concessive: “nonostante sia vecchio…” (indicativo con “anche se” e “con tutto che”: “anche se è tardi…” etc)

8) condizionali: “se avessi tempo, andrei a fare un picnic” (ma “se uscirà il sole, andrò a fare un  picnic”: periodo ipotetico della realtà)

9) temporali: “andiamo, prima che sia tardi”: anteriorità (ma “quando parla, sputa”: contemporaneità; “come lo riconobbi, lo abbracciai”: posteriorità)

10) comparative: “più/meno brutto di quanto pensassi”: maggioranza/minoranza (ma “non è brutto come dicono”: uguaglianza)

11) eccettuative: “morirà, a meno che non lo curino” (ma con sennonché è indicativo: “dovevano partire, sennonché hanno annullato il volo”)

12) limitative: “per quanto ne sappia, rimane un coglione” (ma “a quanto mi risulta, le cose non stanno così”)

13) relative: “cerco qualcuno che s’intenda di calcio” (ma “ho visto un film che non m’è piaciuto”; ora però non ho voglia di spiegare anche le relative…)

In caso di dubbi, consultate una grammatica.

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