Quando sei solo un ragazzo di 22 anni e alla tua prima convocazione in nazionale qualcuno ti dice “questo è il momento di giocarti le tue carte” e tu effettivamente te le giochi facendoti beccare al Casinò allora il tuo identikit è quello di James Maddison.
Quel Casinò per Jamie, però, è stata la lezione (di vita) migliore per diventare un numero 10 perfetto.
James Maddison nasce a Coventry il 23 novembre 1996 e nelle file degli Sky Blues segue tutto il percorso delle giovanili fino all’esordio in prima squadra nel 2014. Con il Coventry, Maddison giocherà due stagioni (2014-2016) per un totale di 35 partite e 5 goal. È giusto specificare il contesto del Coventry perché non è esattamente una fucina di campioni e quindi l’esplosione di un suo giovane è piuttosto una rarità. In tutta la sua storia il Coventry è arrivato una sola volta al successo nella stagione 1986-87 battendo in finale di FA Cup il Tottenham. Per il resto gli azzurri delle Midlands hanno vissuto a metà classifica in maniera al quanto stabile tra la fine degli anni ‘60 e l’inizio dei 2000 per poi tornare nelle serie minori. Nella mia memoria di ossessionato della Premier l’unico nome che lego al Coventry è quello del capitano della Scozia Gary “Macca” McAllsiter che comunque i suoi successi personali li raggiunse con il Leeds e con il Liverpool. Un numero 10 atipico il cui look da postino di provincia contraddiceva giocate straordinarie come la punizione da calcetto in Leeds-Wimbledon del 1993. Macca ha fatto il percorso inverso di Jamie dal Leicester al Coventry.
Coventry città, poi, è stata rasa al suolo dai bombardamenti dalla Luftwaffe tedesca nella seconda guerra mondiale a tal punto che venne coniato il termine “coventrizzare”. Non è pertanto il luogo adatto per crescere campioni.
Eppure su quell’asfalto bruciato un fiore è nato. Jamie incarna la figura del nuovo regista nel calcio contemporaneo quindi essenzialmente è una mezz’ala propensa al gol e agli inserimenti e ovviamente è uno specialista dei calci di punizione. Del resto la prima rete tra i professionisti Jamie l’ha realizzata, anche se con deviazione, proprio su calcio di punizione. Era il 21 ottobre 2014, 14esima giornata di LeagueOne (Lega Pro). Nella rovinosa trasferta contro l’Oldhan Athletic (4-1) sul risultato parziale di 2-0 per i padroni di casa, il diciassettenne Jamie alla prima da titolare, si appresta a battere un calcio di punizione. La sicurezza di quel ragazzo fa capire da subito che quel numero sulle spalle, il 36, avrà vita breve. Un’altra cosa che si nota fin da subito è il modo in cui Jamie calcia le punizioni. Infatti, oltre ad una rincorsa laterale veloce fatta di soli due-tre passi quello che stupisce è la posizione con cui rimane il destro dopo aver calciato. Tallone bloccato a terra sorreggendo tutto il peso del corpo proteso in avanti. Quella che quel 21 ottobre poteva sembrare una mania stilistica di un giovane dell’Academy con il passare del tempo è diventata una vera e propria cifra stilistica tant’è che se cercate su YouTube “Maddison Free Kicks” troverete diverse tutorial in cui il nostro numero 10 spiega, anche alla BBC, come calciare la punizione perfetta. Contro l’Oldhan la fortuna aiuta Jamie e la deviazione di un difensore spiazza il portiere avversario. Per il primo goal decisivo, invece, bisognerà aspettare l’ultimo minuto dell’ultima giornata di campionato. Infatti contro il Crawley Town, la squadra di uno dei duecento fratelli di Pogba, Jamie sigla il definitivo 2-1 calciando a porta sguarnita l’assist di Nouble che aveva approfittato di un malinteso della difesa. Nella stagione successiva il Coventry ha già capito di avere un gioiello in campo e affida a Jamie la maglia numero 10. In quella stagione i goal saranno 3. Il primo della serie contro il Port Vale è da vedere e rivedere. Maddison riceve palla sulla trequarti con tre giocatori addosso. Si libera quasi simulatamente dei suoi marcatori con una sterzata su se stesso e, quando ha un minino di visuale libera, lascia partire un destro dai venti metri che il portiere avversario può solo sfiorare. Nella partita successiva contro il Chesterfield arriva anche il primo goal su punizione senza nessuna deviazione. Palla dritta all’incrocio e goal del definitivo pareggio. L’ultimo goal con la magia degli Sky Blues, Jamie lo segna nella goleada interna (6-0) contro il Bury. Anche in questo caso il ragazzo di Coventry offre uno dei suoi pezzi forti, sterzata e tiro dal limite dell’area.
La stagione successiva Jamie passa al Norwich che quell’anno gioca la Championship (Serie B). La squadra dei canarini però decide di girarlo in prestito in Scozia all’Aberdeen. L’esperienza tra le file della squadra, che negli anni ’80 sotto la guida di Alex Ferguson si impose a livello europeo vincendo Coppa delle Coppe (1982/1983) e Supercoppa UEFA (1983), durerà solo 4 mesi. Gusto il tempo per segnare 2 goal, uno su punizione (goal vittoria contro i Rangers all’ultimo minuto) e uno da fuori dopo la “classica” sterzata e sfornare 7 assist (tre nella sola partita contro il Kilmarnock). Forse sarà stata proprio la magia di Sir Alex e lo spirito di giocatori dell’83 come Gordon Strachan o Alex McLeish, o forse semplicemente Jamie corre più veloce di tutti, resta il fatto che in sole 14 partite si è riconquistato la chiamata del Norwich.
Ed è qui che arriva la sua consacrazione sotto la guida di Daniel Falke, lo steso allenatore che ha trasformato Cantwell da Backstreet Boys ad uno dei talenti più cristallini del calcio inglese. Mi sono ripromesso di fare anche uno speciale sugli allenatori e un posto speciale sarà riservato proprio a Falke perché il suo Norwich gioca benissimo ed è realmente una fucina di giovani campioni. Per l’esordio però Jamie dovrà aspettare aprile per l’esattezza il 17, in trasferta contro il Preston North End. Alla sua prima partita Jamie mette subito le carte in tavola e dopo essere entrato al 79esimo segna il suo primo goal al 92esimo. Da quel momento Jamie diventa titolare e fisso e al termine della stagione saranno 47 presenze 14 goal e 8 assist.
Nonostante al Norwich non riesca la promozione in Premier, Jamie fa lo stesso il salto di categoria e per al stagione 2018-2019 viene acquistato dal Leicester seguendo il percorso inverso di Macca Mcallister. Sulle sue spalle torna di nuovo il numero 10 e, dopo solo 7 partite Jamie è già a quota 3 goal e 3 assist. Contro l’Huddersfield in casa il popolo delle Foxes può assistere alla specialità del ragazzo di Coventry. Calcio di punizione con piede “bloccato” e palla sotto la traversa. Jamie si ripeterà anche al ritorno sempre su punizione così come contro il Burnely in trasferta. A fine stagione per Jamie saranno 37 partite con 7 goal e 7 assist. Nonostante il rendimento personale straordinario il Leicester conclude il campionato al decimo posto mostrando tanta potenzialità quanta discontinuità.
L’attuale stagione (2019-2020), a prescindere dal fatto se verrà conclusa o meno, è quella della svolta. Quella della maturità di Jamie come uomo squadra. Il Leicester di Brendan Rodgers inizia il campionato in maniera decisamente positiva attraverso un gioco corale fluido e iper offensivo. Così il 5 ottobre si arriva alla sfida ad Anfield tra il Liverpool capolista e il Leicester terzo. Il Liverpool di Kloop è al suo punto più alto e già nelle prime gare più che un distacco ha creato terra bruciata. Ma oltre ai Reds c’è un altro campionato quello tra secondi e terzi, Leicester e Man. City, che vede le Foxes in piena corsa Champions come non era mai successo. Esclusa ovviamente la stagione del miracolo di Claudio Ranieri. La partita di Anfield rispetta il copione della stagione. Il Liverpool crea gioco e occasioni, e così al 40esimo del primo tempo passa con Sadio Mané. Il Leicester non si scompone anche se la forza d’urto della truppa di Kloop è costante fin quando, al minuto 80, Jamie segue l’azione, si lancia sulla palla filtrante di Perez, taglia alla spalle di Van Dick e con un sinistro in diagonale infila Adrían. Solo un rigore più che dubbio al 90esimo darà la vittoria ai Reds. La partita però dice che le Foxes ci sono e non sono una comparsa.
Date le prestazioni arriva finalmente la prima chiamata con la nazionale maggiore di Gareth Southgate per la qualificazione ad Euro 2020. Questa sembra la volta buona per esordire. Jamie infatti a partire da ottobre 2018 era stato più volte convocato dal ct inglese ma non aveva mai messo piede in campo. Gli avversari sono Repubblica Ceca e Bulgaria. Anche questa volta però qualcosa non gira. Jamie intuisce un’altra tribuna e si autoesclude dai convocati adducendo un’influenza. Forse Jamie non si sente apprezzato, Southgate del resto aveva più volte espresso dubbi su di lui, o forse scatta un sorta di auto sabotaggio fatto sta che Jamie lascia il ritiro con direzione Casinò di Leicester. L’anonimato però non è cosa per i calciatori, così, Maddison viene fotografato al tavolo verde e la foto fa il giro dei tabloid. Per la stampa, anche quella italiana che riporta la notizia, Jamie passa dall’essere una giovane promessa ad un ragazzo immaturo che si è, letteralmente, giocato le sue chance di giocare in nazionale.
La diserzione, però, non è cosa da Jamie, sopratutto non è cosa per chi a suon di goal e prestazioni si è conquistato la Premier partendo dalla sconosciuta Coventry. Jamie si accorge dello sbaglio e senza troppi proclami si ributta a capofitto sul suo Leicester. La paura di aver perso il treno della nazionale lo rende ancora più consapevole dei propri mezzi e così le Foxes infilano 4 vittorie di fila. Addirittura, con il 9-0 in trasferta contro il Southampton, al quale Jamie prende parte neanche a dirlo con un goal su punizione, la banda di Rodgers stabilisce il record del successo esterno più largo nella storia della Premier. Oltre al Burnely e al Crystal Palace anche l’Arsenal fa le spese del Jamie “ritrovato”. Da rivedere in loop il goal che al 75esimo fissa il punteggio sul 2-0. Sponda di Vardy indietro al limite dell’area di rigore e tiro immediato di Jamie con la palla che non si stacca da terra e finisce la sua corsa in rete come fosse una buca d’angolo.
A questo punto sembra impossibile non richiamarlo in nazionale. Del resto Southgate è uno che conosce bene il concetto di “seconda possibilità” visto che da giocatore, ad Euro ’96, un suo sbaglio dal dischetto costò la finale alla nazionale di Sua Maestà. Così il 14 novembre 2019 allo stadio Wembley contro il Montenegro, Jamie fa il suo esordio al minuto 56 sostituendo Oxlade-Chamberlain. Il destino ha fatto ancora una volta il suo corso e il ragazzo di Coventry, nello stesso giorno in cui la sua città nel 1940 venne rasa al suolo, inizia a scrivere una nuova storia.