Milan, una sconfitta senza… Danny?

Come da tradizione, il Milan perde da già qualificato l’ultima gara del girone di Champions League. A San Siro lo Zenit San Pietroburgo si impone per 0-1 grazie alla rete di Danny. Un Milan rimaneggiato sfiora più volte il pari meritandolo ma senza fortune.

Serviva una vittoria per diversi motivi: come detto da Galliani per soldi (un milioncino di euro in caso di tre punti che di questi tempi non avrebbe certo fatto male) e per ranking. Ma soprattutto per una questione psicologica: allungare la striscia di risultati utili avrebbe aiutato mentalmente la squadra nel suo cammino di crescita. Contro lo Zenit obbligato a fare risultato per accedere almeno in Europa League, Allegri mette in campo tutti insieme Acerbi, Zapata, Mesbah e Flamini, con Boateng, Bojan e Pazzini davanti. Proprio l’ex interista avrebbe di che recriminare per un netto rigore non concessogli in avvio. A dieci dall’intervallo la doccia fredda: indecisione di Flamini, rimpallo beffardo e conclusione vincente di Danny.

Nella ripresa Allegri inserisce Robinho ed El Shaarawy e proprio sui piedi dei nuovi entrati capitano le occasioni migliori: dopo un paio di tentativi di Pazzini, i tiri velenosi del brasiliano e del Faraone escono a lato di poco. Con l’ingresso nel finale di Petagna, giovane attaccante classe ’95, un Milan super offensivo rischia la doppia beffa (decisamente esagerata) al 93° in contropiede: salva Abbiati. Una sconfitta tutto sommato immeritata per le occasioni create e per la poca consistenza degli uomini di Spalletti. Il k.o. non ha conseguenze dal punto di vista della qualificazione, ma denota un altro passo indietro rispetto alle prestazioni di poche settimane fa, e rischia di far aumentare le insicurezze di un gruppo già fragile di suo. In attesa dei titolari, in campionato servirà un pronto riscatto già dalla sfida col Torino.

Comments are closed.