5 motivi per spiegare la debacle della Lazio nei preliminari di Champions

In realtà sarebbero molti più di cinque. Ma non cambiano la sostanza. Anche quest’anno l’Italia avrà solo due squadre nei gironi di Champions League. Con tanti saluti al tentativo di rimonta nel ranking. Dopo il Napoli, arresosi l’anno scorso a Bilbao, è toccato alla Lazio salutare la massima competizione europea in anticipo. Nonostante la vittoria dell’andata. Nonostante gli avversari, i tedeschi del Bayer Leverkusen, abbiano come stelle un ragazzo dal nome impronunciabile e un attaccante di 77 anni, Stefan Kießling.

epa04899547 Referee Carlos Velasco Carballo (l) shows the red card to Roms Mauricio (covered) during the UEFA Champions League play off second leg match between Bayer Leverkusen and Lazio Rome in Leverkusen, Germany, 26 August 2015.  EPA/ROLF VENNENBERND
Referee Carlos Velasco Carballo (l) shows the red card to Roms Mauricio (covered) during the UEFA Champions League play off second leg match between Bayer Leverkusen and Lazio Rome in Leverkusen, Germany, 26 August 2015. EPA/ROLF VENNENBERND

Ma perché la Lazio ha perso?

1) Perché se ti affidi a Mauricio in difesa non puoi pretendere molto di più. Evidentemente Tare e Lotito hanno un debole per gli armadi a più ante (vedi Ciani..) che, in un campo di calcio, servono più come terminali offensivi (sulle caviglie degli avversari) che a difendere la propria porta.

2) Perché se la tua stella, tale Felipe Anderson, è distratto dalle sirene rosse del Manchester United forse in campo potrebbe anche non ammazzarsi di fatica. E non basta certo la volontà di Candreva o l’entusiasmo, a tratti, di Keita per conquistare un traguardo così importante.

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3) Perché se non hai un’alternativa al tuo faro a centrocampo, Biglia o chi per lui, è evidente che la luce sia destinata a spegnersi e la barca ad andare alla deriva. Bravo Onazi per carità ma i ferri da stiro al posto dei piedi non aiutano.

4) Perché forse bisognava aprire di più il portafoglio. Assicurare qualche altro giocatore di “categoria” alla squadra male non avrebbe fatto. Khisna e Milinkovic-Savic promettono bene ma per calcare questi palcoscenici forse avrebbero bisogno di leggere qualche altra pagina di Shakespeare in più.

5) Perché la sfortuna alle volte è proprio bastarda. Tra rimpalli e carambole il Bayer ha trovato la via giusta per sbloccare la partita e, in fondo, per capire che sarebbe stata una serata magica. Crederci, alle volte, è tutto.

E ora? Ci rinforziamo in Europa League certo, ma resta il rammarico per essere rimasti, ancora una volta, con poche cartucce da giocare in Champions. Stasera ci sono i sorteggi e speriamo che siano clementi e favorevoli. Ne abbiamo assoluto bisogno.