Serie A: La Juve va, l’Inter va, Napoli e Roma vanno… a cagare.

La serie A in questo turno infrasettimanale ci dice tante cose: la prima è che Zeman si può solo amare, o perché fa calcio-spettacolo o perché è uno spettacolo veder perdere le sue squadre; la seconda è che il Napoli di questo periodo è floscio come la pinna di Free Willy e non può essere solo colpa dell’assenza di Cavani; la terza è che con due vittorie di misura Inter e Juve si preparano a un sabato da goduria.

Zdenek, we love you!

Nell’acquitrino stagnoso del Tardini (partita da sospendere, a onor del vero) le paperelle giallorosse sembrano balenottere spiaggiate: la difesa più scandalosa delle serie professionistiche del calcio italiano prende altri tre gol e perde un’altra partita, facendosi rimontare come una banda di polli bagnati. Dodo e Castan fanno sembrare Baresi persino Aronica, ma soprattutto fanno sembrare Pelé persino Belfodil; infami le loro prestazioni e la fase difensiva tutta della Roma, che gioca come i ragazzi al campetto dell’oratorio. Il vantaggio è sempre di Lamela, quindi Belfodil, Parolo e Zaccardo (Zaccardo, dico, persino Zaccardo ha segnato!) portano il Parma in paradiso; inutile il 3-2 del solito Totti.

Negli altri match di alta classifica faticano tutte e tre le grandi, ma con una fondamentale differenza: la Juve e l’Inter vincono e il Napoli perde male contro l’Atalanta. Per i partenopei gioco a fasi alterne, a volte piacevole e a volte macchinoso, con la sola continuità data dal fatto che n0n si sfonda; cosa che fa invece la Dea con un gollazzo di Carmona che da fuori area lascia partire un’eurotega che beffa De Sanctis. Tutta colpa di Cavani che non c’è? Direi di no. Un paio di partite storte ci stanno, ma non sempre si riesce a svangarla.

Bene l’Inter che fa fatica all’inizio in una partita che ha bisogno del miglior Ranocchia per essere sbloccata; solo che il gracidante difensore nerazzurro l’assist lo fa a Munari e ad andare in vantaggio è la Sampdoria. Poi col culo Milito trasforma un rigore (palo-gol) e ci pensano Obi-Wan Kenobi Palacio e Guarin a portare l’Inter sul 3-1 che vuol dire vittoria, nonostante il bel gol finale di Eder.

Stitica la Juventus contro il Bologna, passa solamente dopo tanto inutile ponzare grazie a una bella azione avviata da Pogba per Giaccherini che di testa (fa ridere dirlo, ma è così) mette Quagliarella in condizione di non poter sbagliare. E quando il ritmo cala e la partita sembra dover ciabattare lemme lemme verso l’unoazero, ecco che De Ceglie per halloween si traveste da Bonucci e serve un assist al bacio per Taider che dal limite scoreggia via un peto-petardo imprendibile per Buffon. La Signora si risveglia, ma il 2-1 finale arriva solo al 93′, grazie a un colpo di testa dei colpi di sole di Pogba, ben servito da un cross saccarino di Giovinco.

Impatta la Lazio, abbastanza noioso contra un noioso Torino, capace di farsi fare gol persino da quella superpippa di Glik, salvo pareggiare quasi in extremis con Mauri, che finché non si ritrova dietro le sbarre continua a fare gol importanti (e ogni tanto gliene convalidano uno).

Stesso segno in schedina per Udinese e Catania, anche se gli etnei devono baciare le chiappe di Pereyra e rendergli omaggio la domenica, visto che il gol del pareggio (un rigore di Di Natale aveva portato in vantaggio i bianconeri) è solo merito suo: palla a centroarea e svirgolata di coscia che nemmeno il peggior Bilica avrebbe saputo fare di peggio, arriva Castro e infila Brkic dove non batte il sole. Nel finale alla splendida punizione di Lodi, su cui Brkic non è comunque incolpevole, risponde ancora Di Natale, che di segnare proprio non si stufa.

Priva di emozioni la partita tra Cagliari e Siena, che al 28′ erano già sul 2-o per i padroni di casa (doppietta di Nené, prima di testa su angolo, poi su punizione cannonata) e alla fine del primo tempo era finita, grazie al terzo gol cagliaritano made in Sau, lanciato sempre dall’ottimo Nené. Il gol del 3-1 è uno scandalo, non tanto per il fallo che fa Bogdani su Rossettini al momento della rete, bensì più che altro per il fatto che non solo Bogdani giochi ancora in serie A, ma segni pure! Insolenza punita dal quarto gol rossoblu, segnato da Thiago Ribeiro (inutile il 4-2 di Calaiò).

Di Chievo-Pescara c’è da dire che s’affrontavano due squadre moderatamente merdose: il giochino “vediamo chi ha la difesa più merdosa” lo vince per distacco il Pescara, abile nel farsi fare due gol in un minuto a partita praticamente già decisa in pareggio. Di Luciano e Stoian le marcature. Stroppa ha ben imparato dal maestro.

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