Serie B: troppo Verona per la Reggina, finisce 2-0.

La notizia di stasera, al di là del risultato, è che il Verona è una squadra che si merita la serie A. Quando le gambe e la testa ingranano, gli uomini di Mandorlini danno dimostrazione di bel calcio, un calcio moderno fatto di tanto possesso palla e scambi veloci, possibilmente di prima. Un calcio à la Barcellona, con le dovute proporzioni s’intende.

 

Nei primi 45 minuti la Reggina si fa vedere solo con una miriade sterile di calci d’angolo e con una bellissima padellata di Barillà, che da trenta metri tenta l’eurogol di sinistro al volo: fuori non di molto. Ma l’impressione è che i calabresi giochino solo quando i veneti si permettono di riposare: il resto del gioco è infatti in mano al Verona, che quando vuole non fatica a imporre la propria manovra. Manovra che deve diventare più cattiva, se  si vuole conquistare la massima serie, e infatti il gol arriva in maniera un po’ rocambolesca (cioè di gran culo): bella azione di Cacia che entra in area e tenta una caciotta tiro-cross respinto corto dalla difesa, prende la palla il portiere Baiocco che al tocco del pallone si spegne come un frullatore quando c’è un calo di corrente: sul pressing di Rivas la palla finisce a Laner che comodo comodo la butta dentro a porta vuota.

Nel secondo tempo riparte forte il Verona: Martinho illumina e Cacia si mangia gol come fossero noccioline. Su uno dei tanti filtranti in verticale lo stesso Cacia cade in area su un tocco leggero di Barillà, per l’arbitro è rigore; per noi è moooooooolto generoso (eufemisticamente parlando; diciamo quasi regalato). Dal dischetto Gomez non sbaglia ed è 2-0. Col risultato praticamente in tasca i gialloblu si limitano a qualche fiammata, sapendo di poter tenere la partita sotto controllo senza tanti sforzi; la Reggina ci mette anima e cuore, ma senza impensierire più di tanto Rafael, che può permettersi qualche pennichella.

Gomez, Martinho (un campioncino in attesa di esplodere) e Cacia sono tanta roba per questa serie B: e poi Jorginho, Rivas, Cacciatore e tanti buoni gragari come Laner. Aspettando Bojinov e il rientro di Alfredsson… pochi cazzi, qualsiasi piazzamento inferiore al primo posto sarebbe un fallimento. Pochi i motivi che potrebbero giustificare un non-successo del Verona: un cataclisma mentale che mandasse a puttane i cervelli dei giocatori, un’uscita antiterrona di Mandorlini che lo faccia lapidare da qualche salernitano, la fine del mondo a dicembre. Altrimenti non ci sarebbero alibi.

La Reggina di contro è una squadra onesta che sfrutta bene i contropiedi: l’aspetta un torneo più che onesto, difficilmente i playoff. Sulla carta ci sono almeno 5-6 squadre più dotate (non nel senso che state pensato voi, maliziosi…), ma è comunque una squadra giovane (interessante Fischnaller), potrebbe arrivare l’esperto (per non dire vecchiaccio) Bonazzoli, insomma nel calcio mai dire mai.

HELLAS VERONA (4-3-3): Rafael; Crespo, Maietta, Moras, Martinho (86′ Fatic); Laner, Cacciatore, Jorginho; Rivas (66′ Grossi), Cacia (88′ Bojinov), Gomez. A disp. Andrade, Albertazzi, Ceccarelli, Abbate, Fatic. All. Mandorlini.

REGGINA (3-4-3): Baiocco; Adejo, Freddi, Di Bari; Melara (58′ D’Alessandro), Rizzo, Barillà (75′ Hetemaj), Rizzato; Fischnaller, Ceravolo, Comi (66′ Louzada). A disp. Facchin, Bergamelli, Armellino, Viola. All. Dionigi.

Arbitro: Massimiliano Irrati di Pistoia.

Ammoniti: Rizzo (R), Fischnaller (R), Barillà (R), Laner (V)

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