Il caso Allegri divide i tifosi

Allegri sì, Allegri no. Oltre alla corsa al terzo posto in casa Milan è l’affaire allenatore a tenere banco. La domanda è sempre la stessa da ormai inizio stagione: che fare con Allegri a fine anno? Tenerlo o cambiarlo? E qui l’ambiente si divide: dalla società ai tifosi.

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Favorevole al cambio, come noto, in primis c’è sempre il presidente Berlusconi, mai pienamente convinto dal tecnico livornese, soprattutto dopo la scoppola in terra catalana. Con lui si schiera buona parte della tifoseria, che sul web imputa ad Allegri la perdita dello scudetto lo scorso anno e la mancanza di un gioco all’altezza. A questi si oppone lo schieramento di tifosi in difesa del tecnico, a cui riconosce i grossi meriti della rimonta in campionato con una squadra rivoluzionata e dal tasso tecnico inferiore alle big. Importante a riguardo lo striscione a San Siro domenica scorsa che chiedeva più rispetto per Allegri. Allegri, e non è un dettaglio, che gode anche della stima e della fiducia di Galliani e di tutti i giocatori, non ultimo Balotelli che ieri ha dichiarato di far di tutto per non lasciarlo andare.

Allegri allenatore mediocre o plasmatore miracoloso? La verità come spesso accade sta nel mezzo. Al tecnico va riconosciuto l’ottimo lavoro fatto per riportare la squadra tra le primissime posizioni e per la media punti in campionato dalla nona giornata in poi. Senza dimenticare il buon utilizzo di una rosa mediocre e molto più giovane del recente passato. Il solo fatto che tutta la squadra sia dalla sua parte, anche gente che vede molta panchina come Pazzini, è motivo di vanto per lui. Segno che dal punto di vista mentale le cose all’interno dello spogliatoio funzionano. Restano tuttavia gli errori cronici, dai cambi in corsa tardivi e centellinati, a un gioco lento e prevedibile senza la miglior forma e i titolari, fino, soprattutto, alle situazioni da palla inattiva. Troppi i gol incassati da angoli e punizioni e nulli gli schemi offensivi, decisivi per sbloccare partite tattiche e per competere per grandi traguardi. Nel Dna delle squadre di Allegri non vanno poi sottovalutati gli inizi di stagione al rallentatore e i cali fisici nel mese di aprile che portano via punti preziosi e tolgono continuità alla stagione.

Che fare dunque? Nonostante le smentite Allegri viene già dato sicuro partente in direzione Roma, sponda giallorossa. Non che le alternative proposte (e caldeggiate da Berlusconi), da Seedorf (senza patentino) a Van Basten o Inzaghi, convincano molto. Esperienza poca o nulla. Più sensata, anche se difficile, l’ipotesi Donadoni. La sensazione è che la soluzione più equilibrata sia quella di dare continuità al progetto giovani lanciato ad agosto con un altro anno di Allegri in panchina fino alla scadenza del contratto, magari con un inizio di stagione migliore (favorito, si facciano gli scongiuri, da una preparazione anticipata causa play-off Champions…) e con un mercato mirato e fruttuoso. Per poi nel 2014 pensare ad un ciclo vincente quando – anche questa una pista attuale – Prandelli avrà concluso il suo lavoro a Coverciano…

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